Siamo nell’anno 1963. Stan Lee pubblica il primo numero di Spider-man, Alcatraz chiude, Martin Luther King racconta al mondo intero il suo sogno e JFK viene assassinato. Proprio in quell’anno nasce la minigonna. Un capo d’abbigliamento che darà la spinta decisiva all’emancipazione femminile e nulla da allora sarà più come prima.

In quell’anno la scena musicale e modaiola londinese vive il suo periodo d’oro e la stilista Mary Quant propone la minigonna alle clienti della sua boutique Bazaar in King’s Road nel quartiere Chelsea di Londra. Questo capo verrà presto indossato sia da dive che da donne comuni rendendole più sicure e emancipate.

A far conoscere al mondo la minigonna sarà Twiggy, modella magrissima e adolescente con frangetta biondissima e maxi ciglia, icona lontana dall’immagine della donna formosa e rassicurante di quei tempi che da sempre era stata strizzata in corpetti ed abiti rigorosi.

Ci ha pensato poi Yves Saint Laurent a sdoganarla proponendo gonne in jersey di lana dal modello corto e svasato.

In seguito i tessuti sono stati rivisitati e il nuovo must è diventato la minigonna stretch e poi è stata aggiunta anche la pelle. Come dimenticare negli anni ‘90 la minigonna in pelle?

Ogni donna ha avuto o ha nel guardaroba una minigonna che

col passare degli anni, si è colorata, arricchita, dipinta e ricolorata nuovamente.

Oggi la minigonna, molto probabilmente, ha perso quella voglia di stupire, di scandalizzare, di dare un taglio netto al passato pur rimanendo un must nei capi di abbigliamento più amati di tutti i tempi.

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