Il bouquet da sposa non è un semplice accessorio, ma porta con sé un insieme di credenze e superstizioni senza tempo.

Esiste fin dai tempi antichi, anche se il significato non è proprio quello dei giorni nostri.

In origine il bouquet era composto  da erbe aromatiche come aglio e timo perché si credeva che tenessero alla larga gli spiriti maligni che potevano impedire alla coppia di essere felice. Inoltre, si credeva che le piante avessero un potere afrodisiaco, quindi gli sposi ne mangiavano alcuni rametti per affrontare la prima notte di nozze.

Dopo la cerimonia nuziale il bouquet veniva offerto in dono agli dei, proprio come fanno tuttora le spose di molte religioni.

Il bouquet di erbe aromatiche è tornato di gran tendenza anche ai giorni nostri.

Nel Medioevo si iniziarono poi a usare fiori come asfodeli (simbolo della fine della vita da nubili) e gigli (simbolo di purezza) accostati ad altri elementi come spilloni per capelli, una rocca per filare, un ditale e una margherita in argento: tutto ciò rappresentava i doveri coniugali.

Era un bouquet da sposa davvero originale, ma a pensarci bene anche oggi facciamo qualcosa di simile: inseriamo nel bouquet piccoli oggetti che richiamano il tema del matrimonio.

Nel quattrocento questa tradizione venne pian piano abbandonata e furono introdotti i fiori d’arancio. Furono i crociati a portare questa tradizione in Europa. Infatti gli arabi utilizzavano i fiori d’arancio per adornare l’abito da sposa credendo che fossero di buon auspicio.

Ma perché proprio questi fiori?

C’è una bellissima leggenda a proposito:

Molto tempo fa, una splendida fanciulla donò al re una pianta d’arance. Il monarca, che era segretamente innamorato della giovane donna, alla quale però non poteva unirsi in matrimonio a causa delle enormi differenze di rango, custodì quella pianta gelosamente.

Uno degli ambasciatori in visita a palazzo ne rimase molto colpito e chiese al sovrano di donargli un ramoscello di fiori d’arancio, ma il re rifiutò.

L’ambasciatore allora pagò 50 monete d’oro al giardiniere per tagliare di nascosto il ramoscello.

Lui accettò e donò i soldi alla figlia che poté finalmente sposarsi. Il giorno delle nozze la ragazza si adornò proprio i capelli con i fiori d’arancio che le avevano portato così tanta fortuna.

Al giorno d’oggi il bouquet ha perso parte del suo significato originale.

Quando lo scegliamo, lo facciamo soprattutto in base ai nostri gusti e pensando al miglior abbinamento con l’abito da sposa che abbiamo deciso di indossare.

Se però volessimo mantenere un po’ di tradizione, potremmo affidarci al galateo: ad esempio il bouquet dovrebbe essere regalato dal futuro sposo come ultimo dono da fidanzato. Il bouquet da sposa è infatti l’ultimo regalo che il fidanzato fa alla sua fidanzata prima di sposarla.E’ il simbolo della conclusione del fidanzamento e l’inizio di una nuova vita insieme e tradizionalmente dovrebbe essere regalato il giorno del matrimonio.

A seconda delle varie zone geografiche e culture cambia il modo in cui la sposa riceve il suo bouquet: può essere fatto recapitare alla mattina a casa sua dalla suocera, oppure viene tenuto in mano dallo sposo mentre aspetta la sua amata davanti al luogo dove si svolge la cerimonia.

E l’attesissimo lancio del bouquet?

La tradizione del lancio del bouquet ha origini sconosciute.

La più accreditata potrebbe essere quella che la vede nascere in Francia nel XIV secolo insieme a quella del lancio della giarrettiera. Si pensa che allora gli uomini rincorressero la sposa per strapparle un pezzetto di abito come portafortuna.

Da lì ebbe inizio la tradizione del lancio della giarrettiera, che venne poi sostituita dal bouquet.

La tradizione vuole che il bouquet da sposa passi così per tre mani diverse: prima quelle del fidanzato, poi quelle della sposa e per ultima quelle dell’invitata nubile che lo prenderà come simbolo di buon auspicio.

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